Dolore osseo persistente o ricorrente, fratture, stanchezza, infezioni inspiegabili, disturbi del sistema nervoso, mancanza di respiro o evidenza di insufficienza cardiaca o renale. Sono questi alcuni dei sintomi del mieloma multiplo, tumore delle cellule plasmatiche del midollo osseo che colpisce ogni anno, nel mondo, circa 138.000 pazienti. L’età è il principale fattore di rischio: oltre due terzi delle diagnosi riguardano persone di età superiore ai 65 anni e solo l’1 per cento al di sotto dei 40 anni.

Per questi motivi, fino a poco tempo fa, si riteneva che le persone affette da questo tumore del sangue, il secondo per diffusione dopo i linfomi, non potessero praticare attività fisica o sportiva.  “Nonostante le caratteristiche del mieloma multiplo e i suoi sintomi, lo sport non è affatto precluso alle persone che convivono con questo tumore del sangue, anzi,” spiega il professor Sergio Amadori, presidente AIL e professore onorario di ematologia, università Tor Vergata di Roma. “Dedicarsi regolarmente all’attività fisica riduce il senso di affaticamento, rinforza l’apparato muscolo-scheletrico, e migliora lo stato di salute globale. Negli ultimi anni, i progressi straordinari della ricerca scientifica e delle terapie per i tumori ematologici sono diventati sempre più efficaci: l’obiettivo di AIL è assicurare che tutti i pazienti abbiano accesso alle migliori terapie disponibili e a percorsi di assistenza e cura che possano aumentare non solo l’aspettativa di vita ma anche la sua qualità. È in questo lo sport può dare un contributo fondamentale.”

LE EVIDENZE SCIENTIFICHE, LO STUDIO DEL NEW ENGLAND JOURNAL OF MEDICINE

I ricercatori hanno analizzato la relazione tra attività fisica e migliore qualità di vita in 112 pazienti con diagnosi di mieloma multiplo ricevuta tra il 1999 e il 2009 e registrati dal Netherlands Cancer Registry,” spiega il Dottor Fabio Efficace, Head Of Health Outcomes Research Unit Fondazione GIMEMA onlus – Franco Mandelli. “Dallo studio è emerso che i pazienti affetti da mieloma multiplo che svolgono attività fisica attiva e regolare mostrano un migliore stato di salute generale e avvertono meno fatica. Inoltre, i ricercatori hanno rilevato che i pazienti fisicamente attivi hanno riportato meno effetti collaterali a seguito del trattamento rispetto ai pazienti non attivi”.

Numerosi sono gli studi sull’importanza dello sport e dell’attività fisica nei pazienti con diagnosi di tumore, ma nessuno di questi aveva mai affrontato la correlazione tra l’attività motoria e parametri specifici della qualità di vita del paziente affetto da mieloma multiplo.
Negli ultimi anni stiamo assistendo non solo a grandi progressi della ricerca scientifica in ambito ematologico, ma anche ad una crescente attenzione nei confronti degli aspetti legati al miglioramento complessivo della qualità di vita dei pazienti che vivono con queste patologie. E’ sempre più importante sensibilizzare la comunità dei pazienti affinché possano condurre una vita attiva anche da un punto di vista fisico. Fondazione GIMEMA promuove da oltre 30 anni gli studi sulle leucemie e le altre malattie del sangue. In Italia per il Mieloma Multiplo opera una rete coordinata dall’European Mieloma Network, formata da numerosi centri di ematologia su tutto il territorio nazionale, nell’ottica di coordinare studi scientifici e trovare soluzioni volte a migliorare la qualità di vita dei pazienti”.

Accanto alla ricerca e alle terapie, assume sempre maggiore importanza l’impegno per promuovere attività sportive inclusive e accessibili, che possano essere di supporto a persone che vivono condizioni di fragilità.  Dal 1990 al 2016 le diagnosi di mieloma multiplo sono aumentate del 126% e i decessi del 94%: questo evidenzia l’importanza di dover affrontare le tematiche correlate alla qualità della vita e al benessere, per dare la possibilità a tutti i pazienti di vivere una vita piena. Oggi, infatti, le persone nella fascia di età mediamente più colpita dal mieloma multiplo, tra i 65 e i 75 anni, vivono una vita attiva e dinamica.